“L’ALBICOCCO CHE NON SFIORISCE”
NARRAZIONE TEATRALE IN RICORDO DI VITTORIO BACHELET

Chi è Vittorio Bachelet? A lui sono dedicate vie e piazze in quasi tutte le città italiane, a lui sono intitolate scuole in tutta Italia... eppure pochi si ricordano di lui. Al massimo, sanno che è stata una delle tante vittime delle Bierre. Eppure Vittorio Bachelet è stato un uomo la cui vita merita di essere conosciuta, uno di quei “martiri laici” (l’espressione è del cardinal Martini) che hanno costruito la storia del nostro Paese, uno di quei cristiani che sono stati tra i protagonisti della storia della chiesa italiana negli anni attorno al Concilio Vaticano II. All’associazione Ariel, l’Azione Cattolica Italiana (di cui Bachelet fu Presidente) ha chiesto di realizzare uno spettacolo teatrale che facesse memoria di Bachelet; lo spettacolo, dal titolo “L’albicocco che non sfiorisce”, è stato così rappresentato il 23 aprile scorso a Roma, nel corso della XII Assemblea nazionale dell’AC. Viene ora riproposto, in una versione parzialmente rinnovata, a tutti coloro che intendono ricordare una figura troppo presto dimenticata, o anche solo trascorrere una serata lasciandosi interpellare da un pezzo di storia recente del nostro paese che prende forma di teatro. “L’ALBICOCCO CHE NON SFIORISCE” Non è stato semplice raccontare Vittorio Bachelet nella forma di uno spettacolo teatrale. Il punto di partenza è la notizia del suo omicidio, avvenuto il 12 febbraio 1980 per mano delle Brigate Rosse. Da qui si dipana la narrazione, con un unico personaggio (un narratore, appunto) che ripercorre la vita di quest’uomo, le principali forme del suo impegno ecclesiale e civile, le idee forza del suo pensiero. Tale narrazione è intercalata da diversi monologhi che riprendono alcune dimensioni della vita di Bachelet, e scandita dagli eventi del periodo storico in cui ha vissuto, ripercorsi con immagini, musiche e coreografie (quest’ultime, originali, sono state curate da Gabriella Valenti con l’ausilio di Paola Ranzini). Altre immagini, sia fotografiche che video, accompagnano la narrazione, mostrando Vittorio Bachelet in alcuni momenti della sua vita o ricordando episodi e avvenimenti a lui in qualche modo legati. Tra queste, ha certamente un posto importante la registrazione video della preghiera che il figlio Giovanni ha pronunciato nel corso dei funerali del padre, perdonando gli assassini; una preghiera che fece molto scalpore e impressionò profondamente l’opinione pubblica del tempo; molti tra gli stessi terroristi si sentirono interpellati e provocati da quelle parole, sino ad avviare un ripensamento sulla propria vita. Il titolo dello spettacolo riprende un passo di un romanzo di Aleksandr Solzenitsyn, “Divisione Cancro”, che Bachelet citò in un discorso al Consiglio nazionale dell’AC. Oleg, uno dei personaggi del romanzo, vede una mattina un grande albicocco in fiore, e la visione di questo splendido albero dona a lui voglia e forza di vivere. Bachelet lesse queste pagine al termine di un intervento in cui aveva affrontato la situazione italiana e mondiale, in un momento in cui queste si presentavano particolarmente difficili, concludendo: “che ciascuno di noi, ogni mattina, possa incontrare il proprio albicocco fiorito”. VITTORIO BACHELET Vittorio Bachelet (1926-1980) nasce il 20 febbraio del 1926 a Roma da famiglia piemontese. Durante gli studi universitari (1943/47) si iscrive alla FUCI, in cui collabora attivamente alla rivista Ricerca, e successivamente al Movimento Laureati. Laureatosi, inizia la propria attività di studioso di Diritto Amministrativo, insegnando alle università di Pavia, Trieste e Roma, prima alla Pro Deo e poi alla Sapienza. E' Presidente Nazionale dell'Azione Cattolica Italiana dal 1964 al 1973. Sotto la sua presidenza l’ACI si trasforma profondamente, con un rinnovamento profondo anche delle strutture; tale rinnovamento avviene all’interno dell’applicazione del Concilio vaticano II (a cui Bachelet partecipa come uditore laico) e si concretizza nell'adozione del nuovo Statuto del 1969. Conclusa la propria responsabilità, si impegna in campo civile. Nel 1976 si candida per il consiglio comunale di Roma e viene eletto con un numero altissimo di preferenze nonostante una campagna elettorale essenziale e povera di mezzi. Lascia dopo pochi mesi il proprio seggio di consigliere comunale, chiamato a far parte del Consiglio Superiore della Magistratura di cui diverrà vice-Presidente (come è noto, il Presidente del CSM è il capo dello Stato, in quegli anni Sandro Pertini). Durante il suo mandato al CSM, viene assassinato dai terroristi delle Brigate Rosse il 12 febbraio del 1980 nell'atrio della facoltà di scienze politiche dopo aver tenuto una lezione.

Magenta cinemateatroNuovo - 25 febbraio 2006

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